La S di social nella prospettiva dei fondi pensione
13 Ottobre 2020 / Novità
«Non si può essere un po’ sostenibili – ha dichiarato circa un anno fa Enrico Giovannini, portavoce di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile in occasione del Sustainability Day 2019 di Acea – o lo si è oppure no. Il tema della sostenibilità ha a che fare con le soglie oltre le quali avvengono dei cambiamenti climatici irreversibili».
Un ragionamento analogo può essere sviluppato anche per gli investitori istituzionali e quindi anche per i fondi pensione, che corrono il rischio di essere solo un po’ sostenibili. La domanda non è di facile soluzione, dal momento che le dimensioni della sostenibilità sono molteplici e non è affatto semplice ottimizzare la gestione finanziaria, dovendo rispettare un numero elevato di vincoli, quali i diversi fattori ambientali, sociali e di governance. D’altra parte sta emergendo in modo sempre più evidente il rapporto virtuoso tra finanza e sostenibilità, dal momento che l’integrazione dei criteri ESG, e in particolare della S, può consentire di generare anche performance migliori sul piano economico.
Se alcune questioni, quali il climate change, stanno assumendo una rilevanza globale (ad esempio, l’ex Governatore della Banca di Inghilterra Mark Carney ha parlato di tragedia all’orizzonte, enfatizzando il fatto che falliranno le aziende che continueranno a ignorare la crisi climatica), non emerge una medesima visione condivisa per gli aspetti che fanno riferimento alla dimensione “S” o Social, che è percepita come la cenerentola o addirittura il “brutto anatroccolo” degli Esg (Environmental, Social, Governance).
Uno studio di Deutsche Bank Wealth Management ha evidenziato come gli strumenti per misurare l’impatto ambientale siano di gran lunga in numero maggiore rispetto a quelli disponibili per la dimensione sociale e non è un caso che i volumi dei Social Bond emessi negli ultimi anni siano decisamente inferiori a quelli dei Green Bond.
La motivazione di questa minore attenzione può essere ricercata nella maggiore complessità insita nel descrivere e misurare dinamiche di tipo qualitativo, come i temi sociali, attraverso dati e metriche di tipo quantitativo.
D’altra parte la pandemia in atto ha spostato l’attenzione sui temi di natura sociale, al punto tale che si è parlato di un cambiamento di prospettiva e di una nuova attenzione verso questa dimensione dell’investimento sostenibile e responsabile. Tra i temi sociali sono diventati rilevanti ad esempio la riduzione delle disuguaglianze sociali, geografiche e demografiche, che si sono accentuate per effetto della crisi generata dalla pandemia e la tutela dei diritti umani e dei lavoratori (soprattutto in ambito sanitario) nelle catene di fornitura internazionali.
Vi è stato di conseguenza in questo periodo un rinnovato interesse per i social bond i cui proventi possono essere allocati in iniziative per rinforzare le strutture sanitarie e per alleviare gli effetti socio-economici della pandemia. Come ha rilevato il Prof. Alfonso Del Giudice in un webinar del Forum della Finanza Sostenibile, sarebbe utile che le metriche Esg fossero corrette per dare maggiore enfasi al fattore Sociale, dal momento che le PMI sono particolarmente forti su questa dimensione.
In questo panorama i fondi pensione contrattuali italiani si stanno impegnando in modo crescente per superare la già citata soglia e, in alcuni casi, anche per alzare questa asticella, dal momento che gli aspetti sociali costituiscono senza dubbio un’area di competenza.
La strada per l’investimento sostenibile e responsabile dei fondi pensione italiani vuole quindi passare prioritariamente attraverso questa dimensione e, ad esempio, nel dialogo avviato con gli emittenti italiani nell’ambito della Digital Sustainability Week è stata posta grande attenzione a come le aziende hanno affrontato la pandemia di Covid e come hanno tutelato i propri dipendenti.
Le imprese attente al fattore “Social” hanno infatti dimostrato una maggiore resilienza durante la pandemia: come evidenziato anche da una ricerca di Vigeo Eiris, la pandemia ha mostrato la centralità di elementi quali la sicurezza dei lavoratori, la gestione della catena di fornitura, l’assistenza ai clienti e la tutela dei dati personali.
In un contesto caratterizzato dall’isolamento e dal distanziamento fisico, le aziende che hanno saputo mantenere relazioni efficaci con gli stakeholder si sono mostrate più preparate a rispondere tempestivamente alle difficoltà legate a uno shock esogeno come il COVID-19.
Potrebbe sembrare una prospettiva “egoistica” quella di porre maggiore attenzione ai soggetti che sono i principali beneficiari delle attività dei fondi pensione, ma è la maggiore sensibilità e conoscenza derivanti dalla natura dei fondi pensione contrattuali che permettono e rendono necessario dare maggiore attenzione a tali aspetti, anche in una prospettiva che superi i confini nazionali.
Nella consapevolezza che il nostro settore dei fondi pensione contrattuali ha davanti a sé un percorso impegnativo, lungo il quale altri Paesi sono senza dubbio più avanti, è quindi è opportuno che si possa personalizzare la propria traiettoria, avendo l’obiettivo di dare maggiore attenzione agli aspetti sociali, così da riequilibrare i tre pilastri dell’investimento sostenibile e responsabile.
Infine, questo percorso più volte richiamato potrà essere svolto in modalità condivisa dai fondi pensione contrattuali? In realtà, alcune attività sono state già effettuate in modalità condivisa in sede associativa, come gli engagement svolti negli anni precedenti sui temi del climate change in ambito bancario, del labour child, trasparenza fiscale e trasparenza rischio climatico. La più recente iniziativa è stata quella di avviare un dialogo attivo con gli emittenti italiani, sia in occasione di due iniziative organizzate da ETicaNews sia nella sede degli incontri organizzati da Borsa Italiana (Sustainability Day e Digital Sustainability Week).
Premesso che su questo argomento c’è una significativa consapevolezza che l’unione fa la forza sotto diversi profili, quelli richiamata poc’anzi rappresentano soltanto due esempi delle numerose attività che potrebbero trovare, grazie ad Assofondipensione, un’azione di coordinamento finalizzata ad accelerare l’itinerario di crescita e sviluppo dei fondi pensione contrattuali italiani, quali investitori sostenibili e responsabili, che potranno avere un occhio di riguardo alla dimensione Social.
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L’articolo a firma del Direttore Andrea Mariani, pubblicato sull’ultimo numero della rivista ESG Business Review, scaricabile qui.