Quali sono le variabili di successo di un fondo pensione? Andrea Mariani ne parla nel numero di maggio di Citywire
25 Maggio 2021 / Novità
In una lunga intervista rilasciata a Citywire Italia, il nostro Direttore Andrea Mariani ha raccontato non solo com’è cresciuto in questi anni all’interno di Pegaso, ma anche quali sono le azioni strategiche e i percorsi condivisi intrapresi dal fondo, nell’ambito degli investimenti alternativi.
Secondo il Direttore, il fondo pensione è qualcosa che evolve lentamente e occorre tempo prima che i cambiamenti possano essere metabolizzati. È quindi molto importante saper comunicare alla propria platea il bisogno della pensione, che non è ancora percepito correttamente da molti.
Ma quali sono allora le variabili di successo di un fondo pensione?
Tre sono i fattori importanti messi in evidenza nell’articolo: innanzitutto la qualità delle relazioni industriali del settore in cui si opera, se queste relazioni sono produttive e innovative il fondo ne beneficia. La seconda variabile è data invece dalle persone che compongono gli organi sociali, cioè coloro che definiscono gli obiettivi, e la terza è la direzione che, insieme alla struttura, gestisce il governo del fondo.
Il piano strategico di Pegaso.
Le azioni che caratterizzano il piano strategico del fondo nel triennio 2019-2021 sono sei:
- la costruzione della rete degli esperti;
- l’introduzione delle classi di attività illiquide;
- la valorizzazione degli aspetti Esg nella gestione finanziaria;
- il rafforzamento dell’architettura dei presidi di controllo;
- il coinvolgimento delle aziende;
- la maggior efficacia dei punti di contatto
Nel mettere in campo queste azioni strategiche, Pegaso presta particolare attenzione alla diversificazione degli investimenti, all’impatto dei criteri ESG, alla sinergia con gli altri fondi pensione, e alla volontà di semplificare e rendere sempre più utilizzabili i propri servizi.
Pegaso, inoltre, ha intrapreso tre percorsi alternativi condivisi con i Progetti Iride, Zefiro ed Economia Reale: questa scelta è stata giustificata dal fatto che gli importi investibili da un fondo pensione con le dimensioni di Pegaso comporterebbero limiti di diversificazione e di investibilità.
“Nell’ambito del Progetto Iride – spiega il nostro Direttore – con 30 milioni di euro Pegaso ha potuto investire in 9 Fia molto importanti, ai quali difficilmente avrebbe potuto accedere in ugual misura nel caso in cui avesse scelto la strada autarchica dell’investimento diretto, oltre naturalmente al beneficio immediato di ridurre i costi”.
Leggi l’intervista integrale: https://loom.ly/K7hiRgo