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Tasso di sostituzione: cos’è, come si calcola e perché è importante

26 Febbraio 2024 / Novità

Il tasso di sostituzione è un concetto fondamentale per comprendere il legame tra l’attuale reddito da lavoro e la futura pensione di ciascuno di noi; si tratta infatti di un indicatore cruciale per capire e pianificare al meglio il proprio futuro finanziario, poiché ci permette di valutare se, una volta finito di lavorare, saremo in grado di mantenere lo stesso stile di vita degli anni pre-pensionamento.

Nelle prossime righe approfondiremo il tema del tasso di sostituzione: partendo dalla sua definizione e dalla comprensione delle sue caratteristiche, vedremo come si calcola, perché è così importante e soprattutto in che modo l’iscrizione a un fondo pensione come Fondo Pegaso può tornare utile.

Il tasso di sostituzione (noto anche come coefficiente di sostituzione) è la misura, in termini percentuali, del passaggio dal reddito da lavoro a quello conferito dopo il pensionamento.

In altre parole, questo tipo di indicatore mostra in modo chiaro e diretto a quanta parte del nostro reddito dovremo rinunciare una volta raggiunta la pensione: nello specifico, più tale rapporto è vicino al 100% (con reddito da lavoro e da pensione sostanzialmente invariati), minori saranno gli eventuali cambiamenti al nostro tenore di vita. Al contrario, più il rapporto è basso, minori saranno le disponibilità finanziarie una volta in pensione: in questo caso, per potere mantenere le proprie abitudini, risulterà necessario trovare soluzioni di integrazione del reddito (come vedremo successivamente, ricorrere a forme di previdenza complementare diventerà vitale).

Diamo concretezza all’importanza del tasso di sostituzione con un esempio numerico. Francesco percepisce uno stipendio di 2.800,00 euro al mese al termine della sua carriera; nel suo caso:

  • con un tasso di sostituzione del 90%, una volta in pensione avrà una pensione di 2.520€;
  • con un tasso di sostituzione del 40%, la sua pensione sarà pari a 1.120€.

Come anticipato, il tasso di sostituzione è il rapporto percentuale tra l’ammontare del primo assegno pensionistico e quanto corrisposto con l’ultimo stipendio. Matematicamente parlando, la formula è:

Tasso di sostituzione = Ultimo stipendio / Prima pensione​ × 100

Tuttavia, limitare il calcolo del tasso di sostituzione a questa semplice formula non è sufficiente; questo può innanzitutto essere di due tipologie: lordo, se per il calcolo si considerano stipendio e pensione al lordo delle imposte e dei contributi, oppure netto, in caso di somme nette (ricordiamo che il netto misura l’importo che intascato effettivamente da lavoratori e/o pensionati).

In più, occorre sapere che l’assegno pensionistico cambia a seconda di una serie di fattori: dall’età di pensionamento al tipo di lavoro svolto, dagli anni di contribuzione al metodo di calcolo, fino a una serie di parametri economici in continuo mutamento, le variabili che incidono sull’importo della pensione sono molte e, di conseguenza, hanno effetto sul calcolo del tasso di sostituzione.

Abbiamo già visto come il tasso di sostituzione possa essere utile per capire in che modo cambierà la situazione reddituale di ciascuno di noi una volta andati in pensione, con tutte le conseguenze che ne derivano su abitudini e stile di vita. In questo senso, ricordiamo che:

  • più il tasso si avvicina al 100%, più le entrate nel corso della pensione saranno simili a quelle della vita lavorativa;
  • più il tasso si allontana dal 100%, minore sarà l’importo della pensione rispetto allo stipendio percepito mentre si lavorava.

Oltre a cambiare a causa delle diverse variabili in gioco, il tasso di sostituzione si va di anno in anno riducendo anche per effetto del passaggio dal calcolo della pensione con il sistema retributivo (che si basava sull’ultima retribuzione) a quello contributivo (che invece si calcola a partire dai contributi effettivamente versati).

Una certificazione di tale tendenza al ribasso arriva anche dal Rapporto n. 24 della Ragioneria Generale dello Stato. Ad esempio, mentre nel 2020 un lavoratore dipendente del settore privato con anzianità contributiva pari a 38 anni aveva un tasso di sostituzione del 71,7%, per i pensionati futuri il tasso sarà (a parità di condizioni):

  • del 67,2% nel 2030;
  • del 59% nel 2050;
  • del 58,6% nel 2070.

È dunque evidente che la contrazione del tasso di sostituzione è inesorabile, e nei prossimi 40 anni eroderà gli assegni pensionistici.

I dati e le proiezioni parlano chiaro: i futuri pensionati dovranno adeguare il loro stile di vita alle minori entrate dovute alla riduzione degli assegni pensionistici.

Pur essendo inevitabile, questa situazione pone ciascuno di noi di fronte a una scelta fondamentale: non fare niente, oppure iniziare da subito a creare un’entrata pensionistica complementare a quella pubblica. Quest’ultima soluzione consiste, in altre parole, nell’aderire a un fondo pensione come Fondo Pegaso.

Gli iscritti al Fondo, infatti, costruiranno la propria pensione integrativa:

  • conferendo il proprio TFR maturando, anche dal primo impiego;
  • accedendo, a fronte di un contributo minimo del lavoratore trattenuto direttamente da busta al contributo aggiuntivo del datore di lavoro;
  • versando contributi volontari una tantum.

In più, gli iscritti ai fondi pensione negoziali come Fondo Pegaso godono di una fiscalità agevolata su contributi, rendimenti, e prestazioni al pensionamento; a questi, inoltre, si aggiungono costi di gestione estremamente contenuti, essendo Fondo Pegaso un istituto senza scopo di lucro che opera esclusivamente nell’interesse degli iscritti.

Prima ti iscriverai a Fondo Pegaso, prima potrai beneficiare di tutti i vantaggi associati a tale scelta. Se hai bisogno di informazioni, non esitare a contattarci: siamo a tua disposizione!